Il Giappone è noto per le sue ricche tradizioni e le numerose festività legate al ciclo dell’anno, e tra queste c’è anche una celebrazione meno conosciuta ma molto affascinante chiamata Koshōgatsu. Tradotto spesso come “Piccolo Capodanno”, questo evento è distinto dallo Shōgatsu (il “Grande Capodanno”) e viene celebrato con rituali simbolici legati al raccolto e alla purificazione. Nonostante oggi sia meno osservato a livello nazionale, in molte regioni e famiglie giapponesi Koshōgatsu continua a essere un’occasione per onorare le divinità del riso e per riflettere su nuovi inizi. Scopriamo insieme una lunga serie di fatti sorprendenti e curiosi su questa ricorrenza tradizionale.
- Koshōgatsu si celebra tradizionalmente il 15 gennaio secondo il calendario lunare o solare modificato
- La parola “Koshōgatsu” significa letteralmente “Piccolo Capodanno” e indica un’estensione simbolica delle festività di inizio anno
- Mentre Shōgatsu è più orientato alla famiglia e ai festeggiamenti pubblici, Koshōgatsu ha un carattere agricolo e spirituale
- La festività è strettamente legata al culto di Toshigami, la divinità del raccolto e dell’anno nuovo
- Uno dei rituali centrali è la preparazione e il consumo dell’azuki gayu, un porridge di riso con fagioli rossi
- I fagioli rossi nell’azuki gayu sono simbolo di protezione contro gli spiriti maligni
- Tradizionalmente, si crede che il numero dei fagioli trovati nel porridge possa predire la fortuna dell’anno
- In molte case rurali, si bruciano decorazioni di capodanno come parte di un rito chiamato dondoyaki
- Il dondoyaki è anche un modo per inviare i desideri al cielo, tramite il fumo delle decorazioni bruciate
- Durante Koshōgatsu si fanno offerte di riso e sake agli dei per assicurarsi un raccolto abbondante
- La festività è più sentita nelle campagne e nelle isole più lontane dalle metropoli
- Alcuni templi e santuari organizzano cerimonie speciali per accogliere la seconda visita annuale di Toshigami
- La notte di Koshōgatsu era tradizionalmente usata per predire il tempo o la salute dell’anno
- In alcune regioni si svolgono danze rituali legate alla fertilità della terra
- Alcune famiglie appendono piccoli talismani chiamati ema per chiedere prosperità nel raccolto
- In certe zone, si accendono falò rituali che simboleggiano la purificazione degli spiriti domestici
- Koshōgatsu era storicamente celebrato con canti tradizionali di buon augurio chiamati waka
- L’evento era considerato particolarmente importante per i contadini che speravano in un anno agricolo favorevole
- Nei secoli passati, le corti imperiali organizzavano banchetti e cerimonie speciali in onore della ricorrenza
- Alcuni anziani giapponesi osservano ancora oggi Koshōgatsu come giorno ideale per meditazione e preghiera
- La festività è un’occasione per concludere i riti di inizio anno, chiudendo simbolicamente il ciclo di rinnovamento
- In alcune scuole si insegnano ancora i significati simbolici del Koshōgatsu come parte dell’educazione tradizionale
- Il passaggio dal vecchio al nuovo in Koshōgatsu è meno commerciale rispetto a Shōgatsu e più legato a valori interiori
- Alcuni giapponesi celebrano Koshōgatsu in privato con piccoli gesti simbolici come l’accensione di una candela o una ciotola di riso
- Anche se meno noto all’estero, Koshōgatsu è una finestra unica sulla spiritualità rurale e sulla visione ciclica del tempo in Giappone
Koshōgatsu rappresenta un momento prezioso di raccoglimento e connessione con la natura, la terra e le divinità del riso. A differenza delle grandi celebrazioni cittadine, conserva un’aura intima e spirituale che parla delle origini agricole del popolo giapponese. Le sue tradizioni, pur con variazioni regionali, riflettono il desiderio di equilibrio tra l’uomo e i cicli della natura. In un mondo sempre più veloce, riscoprire festività come questa significa anche riconnettersi con il valore del tempo e della semplicità.